Breve guida a Fëdor Dostoevskij
- Giuseppe
- 19 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Dostoevskij è sicuramente uno degli autori più prolifici e fortunati della storia della letteratura russa, ma troppo spesso nel passaggio dalla lingua originale alla traduzione le storie raccontate nei suoi romanzi vengono come sradicate dal loro specifico contesto, con il risultato che molti lettori perdono di vista un punto fondamentale: l’opera di Dostoevskij nel suo insieme costituisce un sistema, ben ordinato e razionale, in cui alla base di ogni romanzo è possibile riconoscere quasi sempre il medesimo schema di fondo. Vediamo quindi qual è questo schema.
Anzitutto l’ambientazione: la maggior parte dei romanzi di Dostoevskij ritrae la stessa figura, e cioè quella dell’impiegato povero alle prese con le difficoltà e le sozzure del suo mondo degradato, alienante. Sfondo principe in Dostoevskij è la grande metropoli dei bassifondi e dei quartieri fatiscenti, in cui meglio si possono riconoscere le contraddizioni sociali (e già questo è un elemento che rappresenta una certa novità nel panorama letterario russo, che finora aveva preferito alla città le grandi tenute di campagna dell’aristocrazia terriera).
In secondo luogo, specie nel periodo giovanile, il protagonista è un sognatore. Pensiamo ad esempio alle Notti bianche, ma anche più tardi a Delitto e castigo: il divario insanabile tra lo status sociale effettivo del protagonista da una parte e quelle che sono invece le sue grandi e ambiziose aspirazioni dall’altra schiaccia e frustra tutti i protagonisti di Dostoevskij, e fa sì che questi sublimino i loro desideri in un mondo di sogni ed elucubrazioni, portandoli puntualmente allo sdoppiamento della personalità o alla misantropia. Personaggi che, tra l’altro, sono sempre poverissimi ma estremamente intelligenti – non a caso molto spesso si tratta di studenti.
Poi c’è la religione. Anche forse come conseguenza di alcune difficili esperienze personali, come la condanna ai lavori forzati o l’esilio, il Dostoevskij della maturità sviluppa un sordo senso di sfiducia nei confronti di qualsiasi prospettiva di felicità per l’uomo; conseguenza di questo nuovo, potente pessimismo è la svolta religiosa, che rappresenta in sostanza una sorta di consolazione metafisica. Da ora in poi tutti i lavori di Dostoevskij saranno percorsi dall’ombra del contrasto dilaniante tra l’impulso all’egoismo, naturale e comune a tutti gli uomini, e un altrettanto naturale istinto alla solidarietà, ispirato appunto da Dio. Per capire fino a che punto il senso di solidarietà tra gli esseri umani e la religione diventarono essenziali, per l’uomo prima ancora che per lo scrittore, è interessante una citazione dello stesso Dostoevskij: “[…] il supremo utilizzo che l’uomo può fare della propria persona, del pieno sviluppo del proprio io, consiste nel distruggere questo io, nel farne dono interamente a tutti e ad ognuno in modo indistinto e incondizionato.”
Infine le “bambine offese”. Si tratta di personaggi femminili dai connotati quasi angelici, dotati di una empatia profondissima e sempre mossi da una grande vocazione religiosa; ragazzine e donne che, neanche a dirlo, di professione fanno le prostitute. Pensiamo a Liza nelle Memorie dal sottosuolo, oppure a Sonja di nuovo in Delitto e castigo. Proprio Delitto e castigo ci permette di vedere in movimento l’intera struttura-tipo dei romanzi di Dostoevskij. Raskol’nikov, studente fallito di giurisprudenza, elabora una sua teoria estrema secondo la quale esisterebbero individui, come lui o Napoleone, così moralmente e intellettualmente superiori al resto dell’umanità da potersi giustificare persino un omicidio. Il delitto del titolo viene commesso appunto per dimostrare la validità di questo assunto, ma l’esito è fallimentare perché Raskol’nikov non riesce a perdonarsi e pian piano si tormenta fino alla follia e alla malattia fisica. È a questo punto, finalmente, che entra in gioco Sonja: prostituta e angelo, la ragazzina sarà la principale responsabile della rigenerazione spirituale del protagonista, spingendolo ad una sorta di conversione religiosa che attraverso il castigo espierà la pena iniziale.
Ora, è chiaro che nessuno dei romanzi o racconti di Dostoevskij può risolversi, per intero, in questo schema; ciascuno è tanto complesso e profondo che richiederebbe una trattazione a sé. Eppure la metropoli, il sognatore, la religione e la bambina offesa sono una costante nella vastissima produzione dostoevskijana.
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