La nuova mitologia del complotto: riscatto spavaldo delle menti pigre.
- Andrea
- 24 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Un atteggiamento sempre più frequente nella società italiana del 21esimo secolo è quello della mania dello smascheramento, dell’ossessione del sospetto nei confronti di una realtà che sempre più ispira diffidenza. Una realtà che appare oggi più che mai distante dalla nostra comprensione, sempre più complessa, e che molto spesso spinge gli uomini ad edificare realtà alternative, così da poterne possedere poi una presunta verità. La creazione di una verità a proprio uso e consumo. La formulazione di una propria fantasiosa risposta, laddove la conoscenza non può colmare le proprie lacune, diviene oggi espediente all’impossibilità di inquadrare le situazioni che ci circondano.
Laddove l’ignoranza, intesa come non conoscenza, non permetterebbe agli individui di intervenire, essi inventano una personalissima conoscenza, così da ergersi a depositari di un sapere esclusivo, da loro edificato, come riscatto della propria ignoranza.
Questa tendenza, dovuta soprattutto ad un diffuso gusto per la sovversione ed alla paranoia di un presunto oscurantismo, fornisce a legioni di buontemponi la convinzione dell’esistenza di una qualche verità celata, ma soprattutto, la possibilità di cogliere questa verità. Una verità che sarebbe a portata di mano per chiunque, ma che una qualche entità o un qualche potere ci nasconderebbe per oscuri fini.
Da qui il cancro del complotto, riscatto spavaldo delle menti pigre, le quali riluttano lo studio e la complessità del circostante.
Il complottista vive in una morbosa e perenne convinzione che lo vede vittima di un qualche piano esoterico internazionale che avrebbe come prerogativa il soggiogamento delle menti e l’offuscamento della verità. Una diabolica organizzazione sotterranea che scorrerebbe sotto le folle ignare, che il complottista è però in grado di rivelare, nonostante la sua, spesso totale, mancanza di competenze.
Inoltre, un sempre più diffuso analfabetismo funzionale si sposa spesso con il desiderio, mai appagato, di sentirsi “oltre”, più intelligenti degli altri e quindi in grado di comprendere cose che la maggior parte del volgo, esperti compresi, non comprende, di squarciare il presunto velo di Maya. E’ palese la predisposizione dei complottisti alla sfiducia nei confronti degli esperti, ad una diffidenza arrogante, alla loro ridicolizzazione, in quanto ritenuti anch’essi ingranaggi del sistema, servi e complici dell'oscuro potere forte del “non cielo dicono!!!”.
Ecco quindi che la teoria complottista permette di stagliarsi al di sopra delle ignare masse, senza in realtà alcuna competenza che lo permetta.
Un atteggiamento che vuole così scongiurare la vertigine e l’ansia scaturite dalla mancanza di controllo su di una realtà che risulta, in questi tempi, più sfuggevole che mai. Incerta. Complessa. Un atteggiamento figlio di un legittimo senso di impotenza e incertezza d’innanzi ad una mancanza di risposte, che ha sempre contraddistinto gli uomini, e che ha condotto, in questo 21esimo secolo, ad una nuova, atipica, religione, ad una nuova risposta: la mitologia del complotto.
Questo senso di impotenza infatti non produce, come dovrebbe, il dubbio o l’indagine, sacrosanti se ragionevoli, ma spiegazioni immaginifiche, architetture instabili poggianti sulla demolizione, in grado di ergere l’improvvisato architetto a depositario del sapere.
Un sapere fasullo, però, una presunta verità. Una verità che, molto spesso, rilutta la complessità, sfociando così in semplificazioni totalmente infondate, terribilmente inesatte, nonostante l’enfasi con le quali queste vengono sostenute.
Ebbene, io credo in coloro che ricercano strenuamente una verità, come motore di una vita dedita alla conoscenza, ma dubito fortemente di coloro che hanno la pretesa e la presunzione di possederla.
Il sonno della ragione, parafrasando Goya, genera mostri; sonno della ragione che, però, in questo caso, non coincide con la quiete solita dei dormienti, ma anzi, è causa della loro furia irragionevole.
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